Una mano contro la violenza di genere
- by Segreteria ADGI
- 18 mar 2021
La Canadian Women’s Foundation ha lanciato un’iniziativa, ripresa in tutto il mondo ed anche in Italia, con l’obiettivo di suggerire uno strumento semplice e discreto per segnalare un evento di violenza domestica attraverso una video - chiamata.
L'iniziativa, in particolare, prevede che una persona possa discretamente segnalare di essere vittima di abusi semplicemente mostrando il palmo della mano con il pollice rivolto verso l’interno ed abbassare, quindi, le quattro dita, anche più volte.
Il successo dell’iniziativa dipende, ovviamente, da quanto verrà diffuso e conosciuto il messaggio, in modo da renderlo universalmente riconoscibile.
L’associazione delle donne canadesi è partita dalla constatazione di un dato di fatto, un dato drammatico che abbiamo riscontrato in tutto il mondo: con l’avvento della pandemia la violenza domestica, e soprattutto la violenza di genere (rivolta alle donne in quanto tali), è pericolosamente aumentata, in particolare in contesti già disagiati.
Inoltre, altro elemento di allarme, le denuncie sono diminuite in un rapporto inversamente proporzionale davvero preoccupante.
Così suggeriscono numerosi studi e statistiche sul problema, come quello elaborato dalla Croce Rossa internazionale (https://www.ifrc.org/Global/Documents/Secretariat/201511/1297700_GBV_in_Disasters_EN_LR2.pdf).
Tale studio, tra i più dettagliati con riferimento alla violenza di genere (gender - based violence, in sigla GBV), si è posto l'obiettivo di studiare il fenomeno a livello globale in tutte quelle condizioni di emergenza (guerre, calamità e, appunto, la pandemia).
Sono state prese in esame, quindi, la violenza domestica, la violenza sessuale, lo sfruttamento e abuso sessuale, matrimonio e sfruttamenti di minori.
Lo studio ha rilevato e dimostrato che situazioni di grande emergenza, come quella che stiamo ancora vivendo, aggravano il fenomeno della GBV e che saranno necessari ulteriori approfondimenti per comprenderne la prevalenza, la natura e le caratteristiche e per studiare le misure da adottare per prevenirne il verificarsi delle violenze.
In particolare lo studio dell'IFRC ha messo in evidenza che:
• nei contesti dove la violenza domestica e la violenza sessuale (violenza, abusi sessuali, sfruttamento) sono già elevati, è difficile determinare se il livello sia aumentato come conseguenza di un evento disastroso;
• lo spostamento (ad esempio per la necessità di rifugiarsi o di migrare) può aumentare l'incidenza del GBV, sia nei rifugi temporanei iniziali sia quando lo spostamento si prolunga. Le catastrofi causano l’impoverimento che può indurre le persone ad adottare strategie di coping negative;
• studi precedenti e i fatti di cronaca hanno rilevato, soprattutto nelle zone meno sviluppate del mondo e più povere, che il drammatico fenomeno dei matrimoni e del traffico di bambini, è in preoccupante aumento nei contesti di emergenza;
• data la particolare gravità e il timore legato al fenomeno della GBV (che porta le vittime a vivere uno stato di paura ed anche di "vergogna" per la particolare riprovevolezza sociale e per la convinzione che denunciare o anche solo parlarne, possa aggravare il problema che viene spesso percepito come insormontabile), è difficile raccogliere dati ai fini statistici. Ciò è ancora più difficile in condizioni di emergenza, come dimostrato anche dalla diminuzione delle segnalazioni alle forze di polizia nonostante l’aumento del fenomeno;
• il fatto che spesso si verifichino disastri (come le emergenze sanitarie) in aree di conflitto suggerisce che il collegamento tra GBV, conflitti e disastri dovrebbe ricevere maggiore attenzione.
In conclusione lo studio del fenomeno deve certamente partire dai dati, ma non basta. Sono necessarie azioni concrete che riconoscano e stigmatizzino il problema in quanto tale, in quanto fattispecie di violenza tipica da prevenire e sanzionare in maniera adeguata.
Il problema, infatti, non è legato ad una zona del mondo, è globale. Come dimostra lo studio della IFRC, una delle cause che maggiormente ne aumenta la portata è il verificarsi di una situazione catastrofica: che sia una guerra o una pandemia, non v’è dubbio che le persone vittime della GBV incontrino maggiori difficoltà a denunciare, a difendersi e a salvarsi.
Dunque l’iniziativa dell’associazione donne canadesi è un passo simbolico, ma molto importante, che può aiutare tutti, e soprattutto le vittime, a capire che non sono sole e che la strada per uscire dalla spirale di violenza è parlarne e denunciare.